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“La psicoanalisi è un’opportunità, un’opportunità di ripartire” – J. Lacan

“Siamo concreti! Si riparte o no?”. Direbbero gli amanti dei “fatti”. Allora spieghiamola invertendola. L’opportunità, o la possibilità, è già una psicoanalisi. O meglio, è già una cura. 

Natale, tempo di buoni propositi per l’anno nuovo, di regali (sempre e solo oggetti) come se ciò che più conta, di un qualcosa, fosse la sua presenza concreta. 

Tempo anche di favole, e noi ve ne raccontiamo una.

Immaginiamo qualcuno, finalmente in ferie, sul divano di casa propria, che se ne passa qualche ora a leggere, ad ascoltare musica; a fare, insomma, tutto ciò che realmente ama ma che non ha mai tempo, l’opportunità, di fare. Per esempio, leggere Lacan. E legge quella frase.

Dopo tre ore, viene visitato da un fantasma dickensiano, ovviamente ammantato di una presupposizione di sapere, come tutto ciò che è ultraterreno.  

“Mi spieghi questa frase? A che serve poter ripartire ste poi non si riparte?”

“Semplice, da quanto sei qui a leggere?”

“Tre ore, fantastico, non ho mai tempo di farlo”

“Vieni con me, ti faccio toccare con mano a che serve l’opportunità”

E il fantasma lo riporta indietro nel tempo di tre ore, proprio al momento in cui si è abbandonato sul divano.

“Bene, potrai rivivere le tre ore che tanto hai apprezzato”

“Grazie!”

“Ma con una piccola differenza. Questa volta non potrai più uscire, né alzarti da quel divano, in queste tre ore”

“Cosa?”

“Beh, non mi sembra che tu abbia avuto difficoltà, prima, né che ti sia mai mosso”

Dallo sguardo sgomento del piccolo vacanziero, si capì che qualcosa era cambiato, eccome.  

“Tu di mestiere praticamente fai il possibilista”, disse una volta una ragazza seguita dal nostro centro a un operatore. 

Se non ci sono altre possibilità, il desiderio muore o va altrove. E sono anche e soprattutto le possibilità, non solo le effettive presenze, a mantenere un soggetto vivo. E sappiamo anche che qualsiasi oggetto non deve mai saziare del tutto, pena la fine di ogni spinta vitale. 

Chi frequenta il nostro centro, sa che tutto, qui,  funziona così. Niente rieducazione, niente lezioni, niente addestramento. Solo aperture, in attesa che il desiderio, indistruttibile, scelga, o ritorni a farlo. 

Avremo bisogno di sostegno per continuare a farlo, ma abbiamo deciso di non chiedervelo fino a dopo le festività. Non dev’essere un regalo, appunto, ma una scelta.

Il 7 Gennaio partirà una raccolta fondi per tenere aperto il diurno, il servizio domiciliare, gli sportelli scolastici, i laboratori, i colloqui individuali per chi non può permettersi un percorso. Tutto quello che può servire. Niente protocolli, solo possibilità. 

Non immaginate quanto sia utile, fondamentale diremmo, per qualcuno, a volte, perfino non venire qui. Ma sapere di poterlo fare. 

E avere la possibilità di essere preso in cura, è già una cura. È avere un posto. È già un prendersi cura. 

Anche sotto le feste, potrete venire qui. 

O anche no. 

Auguri da Heta